Questa
non è una review sulla Milano Fashion
Week (che arriverà presto) ma su una sfilata: quella di Prada. Ieri pomeriggio mi si è aperto
un mondo e non ho potuto resistere oltre. Già la visione della scenografia con giganteschi volti femminili
dipinti da sei tra writer e illustratori internazionali mi ha lasciato senza
fiato. Ritrovare poi i murales sui capi in passerella è stato il colpo di
grazia.
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Prada - SS 2014 - scenografia - ph. Kevin Tachman - via Vogue |
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Prada - SS 2014 - dettaglio rielaborato da modestamente da me - Instagram |
Non
so come faccia Miuccia Prada, ma ciò
che tocca si trasforma in qualcosa d’impensato fino a quel momento, di
pazzescamente nuovo e desiderabile in tutto l’orbe terracqueo.
Il
punto di partenza è un progetto artistico iniziato a giugno. Al centro le
donne, la loro forza e la necessità di combattere per affrancarsi da infinite
forme di sottomissione. Ovviamente - ribadisce Miuccia - si tratta di vestiti e non di politica. Ma sarà il sottotesto,
sarà la bellezza dei lavori di El Mac,
Mesa, Gabriel Specter, Stinkfish,
Jeanne Detallante e Pierre Mornet,
sarà che nessuno come
questa misteriosa signora riesce a dettare le regole della moda remixando con intelligenza
assoluta gli opposti più inconciliabili e qualsiasi cosa le offra spunti di
riflessione, ma la p-e 2014 di Prada è da antologia. Le opere degli
street artist si fondono con silhouette bon ton, decori sontuosi, piume da
indiani, elementi sportivi e militari.
Non
ho mai guardato con tanto interesse i calzettoni da calcio di mio fratello. Perché
tagliati diventano scaldamuscoli onnipresenti sotto abiti e cappottini un po’
anni Sessanta con reggiseni di paillette sovrapposti.
E
che la Madre Terra mi perdoni, non ho mai nemmeno guardato con tanto interesse una
pelliccia. D’altra parte con tutti quei colori e pattern si gioca sporco; chiunque
potrebbe cadere in tentazione.
Gran finale in bustier.
Le scarpe ipersagomate con dettagli sporty devo
ancora metabolizzarle, ma sento che sto già in fase preossessione.
Di arte, coscienza
di sé e nuove prospettive sulla cultura underground si può anche impazzire.
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