E
veniamo alla Milano Fashion Week che
come sempre ha espresso punti di vista e stili completamente differenti tra
loro.
Iniziamo
dalla sfilata più interessante e unica nel suo genere ovvero Prada, seguita da un’altra griffe che non
delude quasi mai: Marni.
Il
prossimo post sarà dedicato a tutte le altre collezioni notevoli tra cui N.21, Fendi, Francesco
Scognamiglio, Bottega Veneta e Antonio Marras.
PRADA
Su
una passerella immersa nel buio avanzano le prime modelle e la sensazione è
spiazzante.
Incastonata
nel mare di colore e stampe della p-e 2013, questa collezione dura
e scabra ha lo stesso effetto di un meteorite nel giardino di casa.
Diversa
dal resto, non graziosa né facile, trasmette qualche turbamento. Qualcosa di più
profondo, che ha a che fare con l’animo femminile, con le sue contraddizioni
tra severità e delicatezza.
Tanto
nero, denso e compatto, e linee dritte e a scatola in duchesse e seta techno esprimono
il rigore;
dolcezza e poesia subentrano con le nuance chiare del finale
ma in
particolare coi fiori che emergono ovunque: timidi e stilizzati
o di stoffa e
infantili
o pop a smitizzare cappotti, casacche, cappe e borse di pelliccia.
Il
tutto pervaso da una forte essenza nipponica, funzionale sia al lato
inflessibile con la sua estetica pura, minimale, geometrica, sia a quello
fragile con elementi che richiamano il mondo delle geishe: calzini tabi in
pelle (indossati con “infradito” di nastro),
platform gigantesche a metà tra okobo
e zeppe d’ispirazione manga,
sete dipinte,
abbottonature a vestaglia
e
sovrapposizioni di pannelli che ricordano gli strati dei kimono.
L’imprevedibilità
e lo spessore delle proposte di Prada
come sempre disorientano.
Sarà
l’eliminazione del superfluo, sarà il pathos, sarà l’immagine potente e
sensuale di queste donne torreggianti su scarpe enormi o al contrario ben
piantate a terra, praticamente scalze, sarà la voce drammatica di Megumi Satsu
che canta Je M’Aime, ma i frame di una
sfilata così non si dimenticano.
P.s
Bellissime le borse da sera con piccolo manico a catena; impegnativi gli occhiali.

MARNI
Femminile
ma mai leziosa; rétro ma contemporanea; eccentrica ma in modo cerebrale.
Nonostante
la caratteristica abbondanza di stampe, la donna Marni evoca una dimensione fantasiosa eppure discreta, in cui qualsiasi
concetto di vistosità è bandito.
Percezione
consolidata dalla p-e 2013, fortemente incentrata sui volumi più che sui
pattern.
Certo
le fantasie non mancano: dai check ottenuti anche con l’incrocio di nylon
jacquard e nastri di cotone
alle sequenze sfalsate di semicerchi,
fino ai vivaci
macro fiori con applicazioni di squame in plastica.
Ciò
che cattura lo sguardo però è la costruzione delle proporzioni articolata su
silhouette dritte e a scatola per i capispalla,
su linee svasate con enfasi al
dorso e panneggi tanto ricchi quanto misurati per gonne e abiti.
Le gonne soprattutto
danno l’impressione di una totale assenza di tagli, soppiantati da metri e
metri di stoffa abilmente piegata e modellata.
L’attenzione
alla forma e a particolari quasi scultorei - balze e baschine innestate su
vestiti e casacche -
conferisce alla collezione un accento haute
couture evidente nei look monocromatici dominati da bianco e nero.
È
proprio questa scelta della tinta unita,
oltre che dell’eliminazione
di decori, a dare vita ad alcuni degli
outfit più interessanti, come i completi con short ad A e blusa o pantaloni e
camicia dalle sfumature vagamente orientali.
L’uso della pelle liscia sottolinea
il carattere essenziale e pulito,
mentre il tocco bizzarro è lasciato alla pelle coccodrillata
e ai tessuti finali con frange
luminescenti e motivi floreali in vinile.
Belli e sempre originali gli accessori: borse a mano
e pochette,
sandali con zeppe in legno, metallo
e metacrilato,
scarpe con cinturino alla caviglia,
occhiali da sole
e bijou.
Etichette: Fashion Shows, Marni, Milan Fashion Week, Prada, Sfilate, Spring-Summer 2013