Arte e musica elettronica. Per passatisti
e puristi della strumentazione tradizionale (prima dei sintetizzatori, per
intenderci) uno stridente ossimoro. Non sono di quest’opinione al MoMa di New
York, che a partire dal prossimo 10 aprile ospiterà per otto sere consecutive (tutte
sold out) l’esibizione Kraftwerk - Retrospective 1 2 3 4 5 6 7 8.
Si tratta di un’opera d’arte totale,
capace di coniugare musica e immagini in uno straordinario esperimento di performance-concerto-installazione-mostra.
Live set e visual in 3D. Verranno ripercorsi otto album storici della band di
Düsseldorf: Autobahn (1974), Radio-Activity (1975), Trans Europe Express (1977), The Man-Machine (1978), Computer World (1981), Techno Pop (1986), The Mix (1991), Tour de
France (2003).

Dopo aver segnato il panorama
musicale dagli anni ’70 in poi con i loro suoni e le loro performance
(celeberrimi i live in cui i quattro musicisti diventano cyborg, protesi delle
macchine che suonano), i Kraftwerk si
confermano ancora all’avanguardia, in grado di anticipare il futuro. Un gruppo
rivoluzionato rispetto a quarant’anni fa. Della formazione originale rimane il
solo Ralf Hütter (uno dei due fondatori insieme a Florian Schneider). Gli altri
tre membri attuali sono Fritz Hilpert, Henning Schmitz, Stefan Pfaffe. Karl
Bartos, Wolfgang Flür e Florian Schneider hanno imboccato altre strade, fra
alti e bassi.
I Kraftwerk
hanno influenzato intere generazioni di producer di musica elettronica. E non
solo. Brani presi e ripresi – basti pensare a mo’ di esempio al motore in
accensione di Autobahn, “citato” da Vitalic in My Friend Dario –, album entrati di diritto nella storia,
addirittura concetti utilizzati nel dibattito culturale e filosofico (come quello
dell’uomo-macchina). Si può parlare a iosa di Daft Punk, Justice, Soulwax. Ma non sarebbe mai fiato
sprecato ribadire che questi nomi non esisterebbero neanche – o esisterebbero
diversamente – senza i Kraftwerk.
Il MoMa, uno dei più importanti museo al
mondo, non ha fatto altro che riconoscere la grandezza della band di
Düsseldorf. L’esibizione-retrospettiva è un omaggio più che dovuto. Checché ne
pensino i detrattori della musica elettronica.
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