La vetta della
creatività e dell’abilità nel campo della moda; lavori artigianali d’eccellenza
e fantasia dei couturier senza limiti. È l’haute couture e queste sono le più
interessanti sfilate parigine per la p-e 2012, tuttenel nostro dossier in due parti. Nel post di oggi:
Givenchy by Riccardo Tisci, Valentino, Chanel e Christian Dior. Nel post di domani:
Giambattista Valli, Jean Paul Gaultier, Giorgio Armani Privé e una breve
rassegna su Worth, Maison Martin Margiela Artisanal, Bouchra Jarrar ed Elie
Saab.
GIVENCHYby
RICCARDO TISCI
Nelle
tre stanze di un hotel particulier parigino si rinnova il rito di una
presentazione più intima e ovattata; forse l’unico modo per apprezzare
concretamente l’haute couture.
Parliamo
di Givenchy o meglio di Riccardo Tisci e del suo universo
geniale, sempre ricchissimo di rimandi culturali mai scontati.
I 10 look della prossima p-e s’ispirano a due kolossal della cinematografia anni Venti:
Aelita (1924) di Jakov Alexandrovič Protazanov
e Metropolis* (1927) di Fritz Lang.
Aelita
- grande successo dell’epoca ed esempio di cinema costruttivista (con costumi
di Aleksandra Ekster influenzati da futurismo e cubismo) -
fu il modello per il
controverso capolavoro espressionista di Lang, Metropolis, caratterizzato da un’estetica più marcatamente déco.
I segni
grafici forti della regina di Marte di Protazanov e di Metropolis, con la figura emblematica di Maria nella versione robot
umanizzato, rivivono filtrati dal complesso mondo interiore di Tisci negli outfit dalle linee
allungate, a metà strada tra il peplo
e l’abito corazza. I colori sono
essenziali - bianco, nero, marrone e bronzo -;
paillette, cristalli e frange si
rifanno a tratti più Roaring Twenties;
mentre gli stupendi gioielli scultura
(orecchini e orecchini da naso) in metallo e cristalli hanno fattezze
baroccheggianti ma riportano alla mente ornamenti di matrice tribale e punk
(a
questo riguardo, si vedano anche le borchie a punta e gli anelli metallici
delle zip).
Menzione speciale per l’incredibile abito di coccodrillo,
le cui
scaglie - ritagliate, numerate e lavate - sono poi state rimontate una a una su tulle
illusion, richiedendo ben 350 ore di lavoro, e per i bellissimi giacchini
sempre in alligatore.
Curiosità: le immagini sono state scattate nella prima
sala da basket di Parigi.
*Di
Metropolis esiste anche una versione
del 1984 curata da Giorgio Moroder. Ridotto a 87 minuti, colorato in alcuni
punti e musicato con la partecipazione di artisti quali Freddie Mercury o Pat
Benatar, Metropolis versione Moroder punta
a ricreare l’impatto che il film presumibilmente ebbe all’epoca. ElectroMode
non poteva esimersi dal segnalarlo e dall’ospitare il trailer
VALENTINO
L’eterea
delicatezza che ormai contraddistingue lo stile Valentino si è sublimata nel tema prescelto questa stagione dal duo
Chiuri-Piccioli ovvero Marie Antoinette
e il Petit Trianon.
Come
si sa, il Trianon era la dimora in cui la regina conduceva una vita “bucolica”
e libera da impegni ufficiali ricevendo solo gli amici intimi in abiti decostruiti
e morbidi - senza le rigide strutture dell’abbigliamento di corte - e dilettandosi
con passeggiate e feste campestri nei giardini all’inglese, meno geometrici e più
“selvatici”; come dire l’interpretazione regale del ritorno alla natura e ai
valori veri predicato da Jean Jacques Rousseau.
Questa
dimensione green, leggiadra e romantica la ritroviamo nelle fanciulle in fiore
di Valentino.
E mai definizione fu
più appropriata, perché la freschezza e ingenuità dei capi è esaltata e
percorsa per buona parte della collezione da un’autentica cascata floreale.
Fiori di tutti i generi - anche di pizzo - e in tutte le nuance
che richiamano,
oltre ai giardini, le tappezzerie del Trianon (si vedano anche la toile de jouy
e gli arabeschi)
si rincorrono su abiti semplici nelle linee ma che nascondono straordinari
virtuosismi sartoriali; abiti inconsuetamente dotati di tasche ma realizzati
nei tessuti preziosi dell’haute couture.
Eccezione
al tripudio floreale sono gli splendidi look candidi con impalpabili colletti
e
decorazioni a spirale,
quelli sontuosi in cristalli,
i tailleur dalla gonna
svasata e i pantaloni a sigaretta abbinati a cappe
o a magnifiche bluse nude look
con decori in cristalli, per uno stile garçonne con suggestioni da dandy
settecentesco.
Meravigliosi il completo in guipure dalla gonna lunga a tubo
e
il tailleur con ramage il cui fondo è interamente ricoperto di micro
paillette.
Deliziose le babbucce a tacco alto e basso.
CHANEL
Che
sia stato l’ascolto di A Kind of Blue
di Miles Davis a ispirare Karl Lagerfeld?
O gli occhi del suo gatto? O più semplicemente un viaggio in aereo?
Impossibile
giungere a una conclusione con lo stilista più eclettico ed ermetico in
circolazione. Quel che è certo è che la p-e 2012 di Chanel è un volo diretto verso un immenso cielo blu, declinato in
150 tonalità diverse.
Da qui a ricostruire all’interno del Petit Palais l’abitacolo
di un aeroplano di linea il passo è stato breve per la grandeur del più
immaginifico tra i couturier. Così nel corridoio tra le poltrone della business
class va in scena la lunga sfilata delle elegantissime hostess della Chanel Airlines.
I
fondamentali di Coco non mancano:
dai tessuti operati tipo stuoia o bouclé alle camelie, dai colletti candidi ai
fiocchi.
Come lo spirito décontracté e un po’ maschile di Mademoiselle, aggiornato secondo lo stile boy/girl prediletto da Lagerfeld e attualmente incarnato dalla
musa Alice Dellal (testimonial della campagna pubblicitaria per la borsa Boy).
Uno
stile più che altro suggerito dall’andatura disinvolta delle modelle: mani
infilate in tasche posizionate ben oltre i fianchi come i “ragazzacci” con i
jeans sempre in procinto di cadere.
Ma al di là delle mani e delle acconciature
punk, quel che si è visto è stata una notevole sequenza in crescendo caratterizzata
da abiti dalla vita allungata - molto sobri per il giorno, decisamente scintillanti
per la sera -
e colletti montanti con taglio a barca,
enormi maniche boule
effetto nuvola
e fiori tridimensionali,
lunghezze alla caviglia
e giochi di
sovrapposizioni trompe-l’œil,
maniche a forma di ala
e ricami di cristalli a
perdita d’occhio
(vedi anche le calze tempestate, prevedibile oggetto del
desiderio oltre che di impossibili tentativi fai da te).
Inutile dire che alla
freschezza dell’insieme hanno fatto da contraltare lavorazioni elaboratissime e
tessuti più che preziosi.
CHRISTIAN DIOR
Spumeggiante,
elegantissima ma anche sorprendente la sfilata concepita da Bill Gaytten per la prossima p-e di Christian Dior. Il disastro della
precedente passerella haute couture, associato alla perdurante assenza di notizie
circa il successore di John Galliano, non lasciava presagire nulla di buono. Invece
la collezione presentata ha meritato davvero i consueti applausi finali.
Come
Galliano, anche Gaytten mostra un
debole per la couture del passato e gioca in casa proponendo una rielaborazione
sontuosa e leggiadra della celeberrima collezione Corolle del 1947, nota come New
Look:
gonne ampie e vita segnata,
giacche con fianchi arrotondati come lo
storico modello Bar
e gigantesche
mise da ballo
convivono con linee più affusolate.
Il tutto pervaso da grande
leggerezza - evidente nelle trasparenze - e accompagnato dall’idea di lasciar
emergere come decori i passaggi intermedi che portano alla costruzione di capi
del genere: ricami che sembrano guide da riempire,
imbastiture a vista
o abiti
che richiamano sottogonne.
Un omaggio al lavoro impagabile e alla maestria
delle première della maison, insostituibili per ottenere virtuosismi come i
patchwork di coccodrillo
o i panier laterali,
le gonne origami
o il
meraviglioso abito ostrica.
Se poi si aggiungono dentelle e pied de poule,
un
pizzico di lievi vestiti boudoir,
di tinte cipriate tra tanto bianco, nero o
viola
e vertiginosi tacchi assassini, il gioco è fatto.
Giustamente
la sfilata è un altro mondo rispetto alle scenografie faraoniche e alle uscite
irripetibili e ipnotiche di Galliano. Spicca però per raffinatezza e bellezza
oltre che per maggiore naturalezza e semplicità. E non è poco, se si pensa che
una delle massime di Monsieur Dior -
che forse non casualmente adorna due dei look iniziali -
sostiene che
l’eleganza è sì una combinazione di tanti fattori ma tra essi non possono mancare
naturalezza e semplicità.
Altre immagini: 1) Yuliya
Solntseva in Aelita (1924) di Jakov
Protazanov, Tumblr; 2) Brigitte Helm
in Metropolis (1927) di Fritz Lang, Tumblr;
3) Yuliya Solntseva in Aelita (1924), Tumblr; 4) Locandina di Metropolis (1927), Tumblr; 5)
Givenchy by Riccardo Tisci, haute couture s-s 2012, Tumblr; 6) Kirsten Dunst in Marie Antoinette
(2006) di Sofia Coppola, Tumblr; 7) Immagine
sfilata Chanel haute couture s-s 2012, Tumblr; 8) Alice Dellal e Karl Lagerfeld nel backstage della sfilata Chanel
haute couture s-s 2012, Tumblr; 9)
Outfit e particolare delle calze, Chanel haute couture s-s 2012, Tumblr; 10) Dior Couture (2011) - Patrick
Demarchelier, modello Bar (1947), Tumblr.